giovedì 8 gennaio 2009

Politica estera: la guerra in Palestina

In questi giorni non si fa altro che parlare di questo.

Le ostilità sono riprese
non c'è più la "tregua" (c'è mai stata?)
Israele reagisce
si fa la guerra
e i civili muoiono.
in quantità esagerate

c'è chi dice che la guerra lì non finirà mai
che è una 'zona rossa' dove le tensioni internazionali trovano sfogo
e che per questo forse 'conviene' che stia lì
altrimenti sarebbe più vicina a noi
con morti 'più importanti' (madonna santa, perdonatemi..è una provocazione...ma anche l'illustrissimo re d'italia - SB, ndr - ha detto che in medio oriente sono cent'anni indietro..) e più 'lontani' dalla nostra cultura e dalla nostra vita.

c'è chi dice che hanno rotto,
che sono anni e anni che sta guerra va avanti
e che alla fine, massì, che si ammazzino da soli tutti.
poi denuclearizziamo l'area
e basta

ieri leggevo questo articolo che vi ripropongo, di questo francese, Henry-Levy, sul corriere.

All'inizio ho iniziato a leggerlo con rabbia
mi sembrava il solito 'europeo' che commenta non tenendo conto, alla fine,
che la gente muore a mucchi
per che cosa non si è ancora capito bene.
poi, invece, ho cercato di riflettere su ciò che ha scritto,
creando una mia opinione su ogni singolo punto dell'articolo.

le troverete in calce, perchè è giusto che io mi esponga, e non faccia solo da 'provocatore'. Ma dopo l'articolo perchè non voglio anticipare ne condizionare la vostra opinione.



Ostaggi di Hamas

di BERNARD HENRY-LEVY


Non essendo un esperto militare, mi astengo dal giudicare se i bombardamenti israeliani su Gaza potevano essere più mirati, meno intensi. Poiché da decenni non sono mai riuscito a distinguere fra morti buoni e cattivi o, come diceva Camus, fra «vittime sospette» e «carnefici privilegiati», sono evidentemente sconvolto, anch'io, dalle immagini dei bambini palestinesi uccisi. Detto questo, e tenuto conto del vento di follia che, una volta di più, come sempre quando si tratta di Israele, sembra impadronirsi di certi mass media, vorrei ricordare alcuni fatti.

1) Nessun governo al mondo, nessun altro Paese se non l'Israele attuale, vilipeso, trascinato nel fango, demonizzato, tollererebbe di vedere migliaia di granate cadere, per anni, sulle proprie città: in questa vicenda, la cosa più sorprendente, il vero motivo di stupore non è la «brutalità» di Israele, ma, letteralmente, il fatto che si sia trattenuto così a lungo.

2) Il fatto che i Qassam di Hamas, e adesso i suoi missili Grad, abbiano provocato così pochi morti non prova che siano missili artigianali, inoffensivi o altro, ma che gli israeliani si proteggono, vivono rintanati nelle cantine dei loro edifici, nei rifugi: un'esistenza da incubo, in sospeso, al suono delle sirene e delle esplosioni. Sono stato a Sderot, lo so bene.

3) Il fatto che le granate israeliane facciano, al contrario, tante vittime non significa, come sbraitavano i manifestanti dello scorso week-end, che Israele si abbandoni a un «massacro» deliberato, ma che i dirigenti di Gaza hanno scelto l'atteggiamento inverso, di lasciare quindi le loro popolazioni esposte: una vecchia tattica dello «scudo umano » che fa sì che Hamas, come Hezbollah 2 anni fa, installi i propri centri di comando, i depositi d'armi, i bunker nei sotterranei di abitazioni, ospedali, scuole, moschee. Tattica efficace ma ripugnante.

4) Fra l'atteggiamento degli uni e quello degli altri esiste comunque una differenza capitale che non hanno diritto di ignorare coloro che vogliono farsi un'idea giusta e della tragedia e dei mezzi per porvi fine: i palestinesi sparano sulle città, in altre parole sui civili (e questo, in diritto internazionale, si chiama «crimine di guerra»); gli israeliani prendono come bersaglio obiettivi militari e, senza volerlo, provocano terribili danni civili (e questo, nel linguaggio della guerra, ha un nome: «danni collaterali» che, se pur orrendo, rimanda a una vera dissimmetria strategica e morale).

5) Poiché bisogna mettere i puntini sulle i, ricordiamo ancora un fatto al quale stranamente la stampa francese non ha dato risalto e di cui non conosco alcun precedente, in nessun'altra guerra, da parte di nessun altro esercito: le unità de Tsahal, durante l'offensiva aerea, hanno sistematicamente telefonato (la stampa anglosassone parla di 100.000 chiamate) ai cittadini di Gaza che vivono nei pressi di un bersaglio militare per invitarli ad andarsene. Che questo non cambi nulla rispetto alla disperazione delle famiglie, alle vite stroncate, alla carneficina, è evidente; ma che le cose si svolgano così non è, tuttavia, un dettaglio totalmente privo di senso.

6) Infine, quanto al famoso blocco integrale, imposto a un popolo affamato, che manca di tutto e precipitato in una crisi umanitaria senza precedenti (sic), di fatto non è proprio così: i convogli umanitari non hanno mai smesso di transitare, fino all'inizio dell'offensiva terrestre, per il punto di passaggio Kerem Shalom; solamente nella giornata del 2 gennaio, 90 camion di viveri e di medicinali hanno potuto, secondo il New York Times, entrare nel territorio. Tengo a ricordare (infatti, è inutile dirlo, anche se, secondo alcuni, sia meglio dirlo…) che gli ospedali israeliani continuano, nel momento in cui scrivo, ad accogliere e curare, tutti i giorni, i feriti palestinesi. Speriamo che i combattimenti cessino al più presto. E speriamo che al più presto i commentatori tornino in sé. Allora scopriranno che sono tanti gli errori commessi da Israele negli anni (occasioni mancate, lungo diniego della rivendicazione nazionale palestinese, unilateralismo), ma che i peggiori nemici dei palestinesi sono quei dirigenti estremisti che non hanno mai voluto la pace, mai voluto uno Stato e hanno concepito il proprio popolo solo come strumento e ostaggio (immagine sinistra di Khaled Mechaal il quale, il 27 dicembre, mentre si precisava l'imminenza della risposta israeliana tanto desiderata, non sapeva far altro che esortare la propria «nazione» a «offrire il sangue di altri martiri», e questo lo faceva dal suo confortevole esilio, ben nascosto, a Damasco). Oggi, delle due l'una. O i Fratelli musulmani di Gaza ristabiliscono la tregua che hanno rotto e dichiarano caduca una Carta fondata sul puro rifiuto dell'«Identità sionista», raggiungendo il vasto partito del compromesso che, Dio sia lodato, non smette di progredire nella regione, e allora la pace si farà. Oppure si ostinano a vedere nella sofferenza dei loro compagni solo un buon carburante per le loro passioni riacutizzate, il loro odio folle, nichilista, senza parole, e allora bisognerà liberare non solo Israele, ma i palestinesi, dall'oscura influenza di Hamas.


Allora, forte ne?
ecco qualche commento personale..

1. sorvoliamo. non mi sembra che abbia bisogno di commento. capiamo le cause o li bombardiamo? bombardiamo. così non si finisce mai. facile, direte voi...ma è la verità.

2. va bene, ci sta. Quelli di Hamas son dei fanatici, ma la guerra è impari. perchè non togliamo A TUTTI le armi? così fanno delle belle scazzottate, e chi vince vince. no, eh? già...sennò noi occidentali (inclusi i russi..) come ci guadagnamo?

3. la guerra è guerra. ma il fine, giustifica i mezzi? in entrambi i casi...

4. ma chi te lo ha detto???????? ma come fai a stabilire ciò?

5. ehm, mi scusi signorina, può lasciare un attimo la sua casa, che abbiamo deciso di lanciare delle bombe lì a 100 mt? ...mmmm

6. mi viene in mente una scena vista in tv: un camion con 10 pezzi di pane, e 100 persone che si dimenavano, picchiavano, per prenderne un misero pezzo..

Si, speriamo che tutti rinsaviscano. e speriamo che la tolleranza diventi uno dei must in quelle terre disperate.
e speriamo che la gente diventi sempre più colta,
e che non creda più nella religione
e non faccia più guerre.. di religione
mai più.
estremista, forse.
ma che cosa ha di positivo sta religione?
fanatismi e guerre. sempre. dalla notte dei tempi.
cattolici, musulmani, islamici, etc etc
nessuno escluso.

ma scusate, se proprio dobbiamo fare una guerra
facciamola in nome del GAS!
si, del GAS, che almeno non moriamo di freddo d'inverno!:-)

Della religione, chissenefrega?
ma forse, son troppo "atea".
c'è un cattolico tra di voi che possa spiegarmi quello che io non comprendo?

grazie

KM incazzata

9 commenti:

Anonimo ha detto...

ma, come sempre la religione viene strumentalizzata per giustificare guerre che hanno ben altro scopo.
La guerra all'Islam è una guerra per il petrolio (o no?).
La guerra in Palestina è da sempre una guerra per l'acqua - se ci fosse acqua per tutti, Hamas sfogherebbe la sua "testa di cazzismo" in altro modo e la signora Livni passerebbe i pomeriggi a giocare alla playstation(o si candiderebbe sindaco a Milano? il che sarebbe un bene anche per noi, visto che da quelle parti il sale non manca...).

L'articolo che citi mi fa schifo e non perchè io sia filopalestinese o anti-israeliana, ma perchè cerca di trovare giustificazioni a una guerra che non può averne.
Non so chi abbia ragione.
Quello che so però è che:
- fino a pochi decenni fa, quella terra era al 90% palestinese e al 10% israeliana - oggi la proporzione si è ribaltata (ma non a livello di popolazione)
- nessun paese al mondo oserebbe mai mettersi contro Israele, per evidenti interessi economici
- questa è comunque una guerra di forti contro deboli

Sarkozi avrà tanti difetti.
Però è l'unico che, in questo mondo e in questo momento, sta cercando di fare qualcosa per ricondurre tutti alla ragione e lo sta facendo senza dire chi, secondo lui ha ragione (come fanno i nostri)

Insomma, anche questa volta non posso che dire Vive la France!

Anonimo ha detto...

bell'articolo indubbiamente anche se in effetti, prima di leggerlo, visto il cognome dello scrivente ce lo si può immaginare un pochino di parte. Dopo l'ho trovato del tutto condivisibile
Posizioni forti le tue Geo una, quella al punto 2, pure simpatica.
Mi chiedo però sempre se noi non confondiamo la soluzione con il problema. La mia domanda è: le nostre diverse posizioni non saranno solo ideologiche e quindi scarsamente pragmatiche?

rp

Miike78 ha detto...

Guerra per l'acqua, sì, e anche guerra per la terra, per la religione, guerra perchè è sempre stato così e non ci si può fidare del vicino...

Anche a me capita sempre più spesso di sentire amici "insospettabili" buttare lì frasi come 'massì, una bella bomba atomica, che uccidesse tutti e poi via, ripartire da capo'.

Purtroppo non ci sono soluzioni facili all'orizzonte: da un lato il diritto alla sicurezza degli israeliani, dall'altro quello dei palestinesi ad avere uno stato che non sia una riserva blindata tipo indiani d'America...

A condire il tutto, la questione religiosa, che pure è sempre più lontana dalle difficoltà quotidiane delle due popolazioni, e l'impotenza tanto dell'Europa che degli USA in un momento davvero complicato sul piano interno.

Bel quadretto...

Kill Mosquitos ha detto...

per rispondere a kakatonics, se non ci fosse questa forza immane della religione che spinge i popoli a fare cose insensate, che armi userebbero i 'capi' per gestire le masse?
in nome dell'acqua e del petrolio, non si muoverebbero di certo! qualcuno di noi si muove in nome del GAS? e l'ho pure citato nell'articolo.
e poi, kakatonics, il giornalista è un francese!!!

per rispondere ad rp, invece, comincio con dire che la 2a voleva essere solo un pochino provocatoria...come tutto il resto.
le armi non le fabbricano da soli. qualcuno gliele vende. chiediamoci chi.
probabilmente gli stessi che poi cercano di fargli fare la pace. ahimè.

e per l'ideologia e il pragmatismo. sono d'accordo che queste son parole. che dovremmo essere lì per parlare...
ed essere israeliani (popolo non la Livni, per intenderci) che vivono ogni giorno nel terrore dei bombardamenti.
ed essere palestinesi, e capire come si vive non avendo più una terra perchè usurpata, e avere un 'rapporto morti' di 1 a 10 per 'scarsità' di mezzi bellici.

però...quel che dico è: non facciamo gli ipocriti allora!
tutti scrivono, tutti dicono, tutti prendono posizioni.
ma che cazzo di posizioni si voglion prendere, se poi siamo noi i primi sostenitori di queste guerre? e cito Kakatonics: petrolio, acqua...GAS (scusate ma io d'inverno senza gas avrei VERAMENTE freddo...)
e allora basta.pure sto giornalista....ma come ti viene in mente di pensare solo di scrivere queste cose?

Anonimo ha detto...

kill.........mi sa che la fai troppo semplice!!!!!!acqua terra gas......per esprimere un giudizio sull'articolo ok,ma sulla questione hamas/israele direi di andare un po' più in profondità.sulla religione invece concordo che da sempre è stata utilizzata per orientare gli "ignoranti".....non vi sono altre spiegazioni....

pdv

Kill Mosquitos ha detto...

si, bisognerebbe scrivere mille di questi a
post...per sviscerare la cosa..ma non ce la faremmo comunque!

però, perchè non cominci tu stesso a dare un'opinione?:-)

Anonimo ha detto...

bè in effetti leggendo Henri Levy non ti potevi aspettare molto di diverso perché oltre ad essere chiaramente ebreo è sempre molto "tranchant" nei suoi giudizi, forte di una mente molto acuta (è uno degli intellettuali più quotati in Francia, se non il più) e di un ego molto sviluppato, come abitudine, solo quest'ultima, dei simpatici vicini transalpini; se vuoi ritrovare una via di mezzo puoi leggere le altrettanto equilibrate dichiarazioni di Diliberto sull'argomento, o aprire l'ansa e leggere dei geni sinistroidi del sindacato Flaica-Cazzi&Mazzi che hanno indetto un boicottaggio nei confronti dei commercianti israeliani a Roma, seguendo per crassa ignoranza i metodi che tanto deplorano del ventennio fascista.
Io personalmente non voglio esprimere un giudizio pendente da nessuna parte perchè sarebbe troppo lungo,e inutile, fare un'analisi del problema israelo-palestinese partendo dal famigerato 1948 quando a ferro e fuoco si sono alternati i torti ripetuti di ogni parte in causa senza poter salvare moralmente nessuno. anzi non voglio esprimere proprio un giudizio, perchè in una situazione complicata come questa in cui si intrecciano pretesti religiosi a interessi geopolitici da cui nessuno vuole prescindere la soluzione purtroppo non esiste, e non lo dico per fare il "figo", ma solo forte di ciò che gli ultimi 60 anni ci hanno insegnato e anche stufo di leggere da decine di anni gli stessi identici titoli sul giornale.
Sarei tentato di abbracciare l'idea del chiudere con un bel muro di cinta l'area, togliere qualsiasi aiuto dall'esterno e annunciare: "bene, picchiatevi come vi pare, l'ultimo che rimane in piedi vince" e poi mandare quest'ultimo a sminare il deserto, oppure nuclearizzare la zona, colare del cemento e fare un bel parcheggio, ma mi rendo conto che al giorno d'oggi queste soluzioni non sono più accettate dalla comunità internazionale, e mi chiedo poi il perchè.
Allora non mi rimane che constatare che di questo eterno conflitto si parla tanto perchè ogni parte politica qui può abbracciare una causa mentre non si parla mai di conflitti che in un anno hanno fatto magari tante vittime quanto questo strascicato conflitto nella sua storia intera, ma non gliene frega un cazzo a nessuno, vedasi il Sudan, 250k morti negli ultimi 5 anni, la Somalia, 500k morti negli ultimi 15 anni o il conflitto hutu-tutsi che in Congo ha fatto 4 milioni di morti in una decina d'anni; se chi si sbraccia tanto per la pace protesta i morti palestinesi come di serie B, questi qua cosa sono? In che serie giocavano?

DTN

Miike78 ha detto...

Africa? What's Africa? è un gigantesco buco nero informativo, sociale, politico... che ci viene costantemente tenuto lontano dalla vista, tranne quando per Natale ci mostrano qualche foto di bimbi malnutriti per racimolare fondi per campagne di solidarietà sociale. Non esistono conflitti o morti di serie A e serie B (o C, D), non c'è un dolorometro delle guerre, solo agende politiche e dell'informazione che ce li fanno percepire come tali..
Sadness

Anonimo ha detto...

Potrei rivampare la discussione dicendo che, sì, la religione è la motivazione che i governi danno al popolo perchè combatta per il loro petrolio, per l'acqua e per il gas che scalda killmosquitoes.
Ma sarebbe banale...
Potrei dire che la religione è l'oppio dei popoli, ma l'ha già detto uno che, per altro, è particolarmente inviso agli amanti degli oppiacei.

Vorrei invece aggiungere un po' di pepe rosa alla discussione, richiamando l'autore dell'articolo (il buon Levy) e il buon Nicolas Sarkozy, presidente francese di tutti i francesi e marito della bella Carlà.

Per chi non lo sapesse, la bella Carlà ha avuto un figlio da un filosofo francese Rapahel Enthoven, figlio dell'allora convivente della bella Carlà, Mr Jean Paul Enthoven.
Ebbene, ai tempi della sua liason con la bella Carlà, il simpatico Raphael era sposato con la signora Justine Levy, figlia (cornuta) del filosofo Henry Levy.

Buona serata a tutti