mercoledì 11 febbraio 2009

La rubrica di Ele

1984

Era il 1948, la II guerra mondiale era dietro l’angolo e il ricordo delle dittature ancora fresco, quando George Orwell pubblicò 1984, probabilmente il suo capolavoro.

Il racconto si sviluppa su due piani.
Il piano storico e sociale, dominato da un governo totalitario e onnipresente che, per bocca dei suoi slogan e per occhi delle sue telecamere, riempie ogni attimo della vita dei singoli.
“La pace è guerra”
“La libertà è schiavitù”
“L’ignoranza è forza”
recitano a ripetizione gli spot governativi, senza specificare che non c’è coincidenza tra il soggetto referente del primo e del secondo termine.
E’ un mondo perennemente in guerra, quello che ci racconta Orwell.
Una guerra combattuta tra tre grandi superpotenze - Oceania, Eurasia e Estasia - che, a intervalli più o meno regolari, cambiano il proprio gioco di alleanze.

Dietro a tutto e sopra a tutto, in Oceania, dove si svolge il racconto, c’è il Grande Fratello.
Un Grande Fratello un po’ diverso da quello che conosciamo – altrettanto incombente e misterioso ma certo meno paziente e benevolo con le marachelle dei propri osservati.
E’ un Grande Fratello che gestisce il quotidiano per mezzo dei suoi organismi e ministeri, tra i quali riveste un ruolo fondamentale il Ministero della Verità, incaricato di controllare la comunicazione: censurare libri e giornali non allineati alla versione ufficiale, alterare la storia e, last but certainly not least, ridurre la forza espressiva del linguaggio.

Tra le migliaia di grigi e anonimi dipendenti del Ministero della Verità c’è Winston Smith, il protagonista di 1984.
E qui ci spostiamo sul secondo piano, quello umano.
Apparentemente incolore come (quasi) tutti i suoi colleghi, Smith soffre però la terribile routine del suo lavoro: riscrivere la storia e cancellare le tracce di un passato poco onorevole per il potere.
Nonostante la noia del lavoro e l’onnipresenza del regime, Smith è però ancora un individuo autonomo.

Comincia così a frequentare un movimento sovversivo clandestino ma, proprio quando sembra prossimo a riuscire nella riaffermazione della propria identità, scopre che O’ Brien, il collega che l’ha introdotto nel movimento, è in realtà una spia del regime.
Al Grande Fratello, infatti, non basta controllare la vita degli individui, vuole di più, vuole entrarne nella testa, nell’anima e nel cuore, vuole controllarne sentimenti e pensieri e annullarne speranze e emozioni.
E dove la forza del linguaggio e della propaganda non basta, intervengono violenza e paura, violenza e paura a cui Orwell riesce a dare vita con l’incredibile lucidità e freddezza con cui descrive la scena della stanza 101 e di quello che vi avviene all’interno.
E’ dopo questa scena che Smith torna ad essere un anonimo tra mille.
Dimentico del suo passato, indifferente ai suoi stessi sentimenti e disinteressato tanto ai suoi diritti quanto alla loro violazione, preoccupato solo di quello di cui il regime vuole che ci si preoccupi – la guerra, che – per inciso – alla fine del libro è combattuta contro l’alleato delle prime pagine.

Il trionfo del Grande Fratello è però ancora più crudele e sconvolgente perché – nonostante la tortura – è un trionfo subdolo e silenzioso, giocato su un lento e inesorabile lavaggio del cervello condotto con il più semplice dei mezzi a disposizione: il linguaggio e la paura.

Qui mi fermo


P.S.
1984 è anche il titolo di un film, ovviamente tratto dal libro e, meno ovviamente, fortemente rispettoso dello stesso.
C’è solo una piccola differenza tra film e libro – un dettaglio dell’ultima scena.
Nel libro ascoltiamo Smith dire “Sono molto preoccupato per la guerra”
Nel film ascoltiamo Smith dire “Sono molto preoccupato per la guerra” mentre una lacrima, umana e viva, scorre sul suo viso.

Potere dell’immagine, che senza aggiungere una parola, cambia il significato di tutto?


Qui mi fermo

P.S.
Tutti gli animali sono uguali ma alcuni animali sono più uguali degli altri

Giovanni Trapattoni? No, però potrebbe essere…

5 commenti:

Miike78 ha detto...

Accidenti che capolavoro hai tirato fuori, così assoluto da darlo quasi per scontato!! Shame on chi non l'avesse letto :D

Anonimo ha detto...

va beh dai, visto che il dibattito langue, lancio una provocazione.
Quante somiglianze vedete tra l'Oceania di 1984 e l'Italia del 2009?

Miike78 ha detto...

Più che l'Italia mi viene da pensare all'occidente nel suo complesso. Chissà cosa avrebbe detto Orwell se gli avessero profetizzato una società controllata e governata (con risultati discutibili, ehm) da banche d'affari e multinazionali varie? :D

Anonimo ha detto...

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/spettacoli/2009/11-febbraio-2009/tra-samba-melodia-berlusconi-debutta-sanremo-ma-solo-come-paroliere-150990336027.shtml

Anonimo ha detto...

..ehi, qualcuno ha detto oceania ?!?

oooh, finalmente su questo minchia di blog si parla di cose interessanti: allora chi è in nominascion questa settimana che da quaggiù si fa fatica a seguire !!!

pp