lunedì 1 giugno 2009

Lunedì Cinema

a cura di Miike

Ciao a tutti,
dove eravamo rimasti?

Nemmeno troppo lontano, stretti tra Oscar e Festival di Cannes è stato un periodo piuttosto povero di uscite interessanti. Il film da cui ripartiamo è un thriller politico, che mira a sottolineare gli aspetti deviati della democrazia americana e dell'industria giornalistica contemporanea. Obiettivi ambiziosi, no? Specie se i protagonisti si chiamano Russell Crowe e Ben Affleck...

State of Play
di Kevin Macdonald



State of Play si presenta come un film "vecchia scuola", in parte storia di giornalismo investigativo e in parte thriller, farcito di temi come adulterio, teorie cospirative, rivalità tra giornalismo tradizionale e blog, tutti mescolati e condensati in due ore di pellicola. Un giovane e appassionato membro del congresso (Ben Affleck, più magro e con una costante aria di risoluta determinazione) sta investigando su una agenzia di sicurezza privata stile Blackwater quando una sua collaboratrice, con cui divide più del solo lavoro, viene spinta sotto un treno della metropolitana. E' stata uccisa dalla compagnia, alle prese con l'assegnazione di contratti governativi miliardari? Il reporter investigativo Cal McAffrey (Russel Crowe), amico intimo del congressman, inizia a lavorare alla storia e indaga sul tema principale - il ruolo potenziale della sicurezza privata nel paese - lottando anche contro la sua editrice (Helen Mirren), preoccupata della sopravvivenza del giornale, e interessata maggiormente al lato tabloid della storia.

Il film è basato su una miniserie di sei ore mandata in onda dalla BBC nel 2003, e il lavoro di "traduzione" (da Londra a Washington) e "condensazione" degli sceneggiatori ha portato a inserire molte sottotrame e ed elementi narrativi in un terzo del tempo originale, col risultato di produrre una pellicola massiccia e frenetica ma a tratti inconcludente. Come va di moda oggi (Lost anyone?) la narrazione è costruita su una serie di minuscoli frammenti e allusioni - una relazione, una musica, un evento del passato - seguiti da improvvise risoluzioni e da nuove sequenze di costruzione del mistero. Non siamo però di fronte a un puzzle intricato come quelli di Syriana o Duplicity, dove in alcuni momenti lo sforzo di comprendere la trama finiva per diventare la principale esperienza che si portava a casa dalla visione. In State of Play, Macdonald - conosciuto soprattutto per L'ultimo re di Scozia - lancia dozzine di segnali e indizi, crea tensione (accompagnata peraltro dalla presenza continua di una serie di effetti sonori pacchiani e invadenti che rintoccano a ogni momento drammatico -dun-dun-dun) e interesse per la pratica del gionalismo investigativo, e poi ripiega in un finale che risulta clamorosamente - credetemi! - disconnesso da tutto quanto era stato in precedenza costruito così meticolosamente e laboriosamente. In tal modo il tema del potenziale pericolo indotto dalle agenzie di sicurezza privata viene infine messo da parte, la storia diventa meno importante, il messaggio si perde, lo scopo stesso del film diventa confuso.

Eppure, non tutto è da buttare, e State of Play risulta godibile come film di serie B sollevato dalla presenza di un cast di serie A, anche piuttosto motivato. Jason Bateman è decisamente brillante nel suo ruolo di cinico uomo delle PR in difficolta; Rachel McAdams interpreta in modo credibile una blogger molto sicura di sé che finisce per imparare la durezza del "vero" lavoro di giornalista (il tema del rapporto conflittuale tra informazione tradizionale e online è forse uno dei meglio tracciati); Helen Mirren porta un tocco di irriverenza britannica al suo ruolo. Il corpo di Russell Crowe è sformato, l'aspetto trasandato, i capelli lunghi e malcurati; tuttavia c'è molta energia nei suoi occhi e nella sua voce, una sveltezza e una sensibilità quasi animali, una decisione minacciosa nello scoprire gli intenti e le debolezze altrui. Sembra davvero un grande giornalista, e non è colpa sua se il film non è del tutto all'altezza e finisce per abbandonare le intenzioni serie per strada.

VOTO
6/10.

TRAILER

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